venerdì 30 settembre 2016

Prove di regime

Da giorni girava in rete il facsimile del quesito referendario... ma era talmente paradossale da sembrare una bufala. Poi, quando Renzi lo ha mostrato nella trasmissione serale di Lilly Gruber abbiamo scoperto che il quesito è davvero quello.
Sentite cosa dice: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?"

Come ha lucidamente notato Antonio Del Lungo “per la prima volta nella storia della Repubblica il quesito non si limita a citare l'articolo di legge ed il relativo titolo, da approvare o respingere, ma, cosa inaudita, ne propone un riassuntino tematico in forma di spot. Già perché l'elenco evidenzia solo alcuni aspetti apparentemente positivi, scelti come motivazioni di vendita accattivanti, non segnalando niente che possa risultare negativo.
Non spiega, per esempio, che il Senato rimane con importantissime funzioni, ma non potremo più votare i senatori; si spinge poi ad invocare il “contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni” come se la riforma deliberasse una generica e diffusa riduzione della spesa per tutte le istituzioni. Ora, non esiste una diretta conseguenza tra l’eliminare qualche unità o qualche tipologia di funzione e la relativa riduzione dei costi e, soprattutto, detti costi sono stabiliti e regolati da leggi ordinarie che nulla hanno a che fare con la materia referendaria”. Oltretutto la ragioneria dello Stato ha già smentito la portata di quei risparmi, che si riducono a meno di 50 milioni.
Come nei regimi totalitari, il quesito assume dunque la forma di una domanda retorica, che induce a pensare che non possa esservi altra risposta che quella positiva.
Osserva ancora Del Lungo: “Sarebbe un po’come chiedere ai cittadini se vogliono o meno sopprimere una quota delle stazioni ferroviarie che servono il paese proponendo nel quesito: “volete superare la frammentazione degli arrivi e delle partenze, orari complicati, troppe coincidenze ed il contenimento dei costi per l’esercizio delle ferrovie?”. Non si poteva dire meglio!
Questi sono i mezzi sporchi che un presidente del consiglio privo del più elementare scrupolo democratico intende usare per manipolare l’opinione pubblica e fare passare un disegno che spinge il paese verso il dispotismo plebiscitario.
C’è davvero da rabbrividire al solo pensiero che tutto il potere, senza più contrappesi, sia consegnato ad un uomo che intende farne una clava contro ogni forma di opposizione. Chi avesse una minima conoscenza della storia patria non faticherebbe a riconoscere in questi tratti il puzzo inequivocabile della dittatura.

Ci batteremo con forza se possibile ancora maggiore per scongiurare una simile catastrofe democratica.