giovedì 7 maggio 2020

Per una riconversione ecologica dell’economia



Breve premessa
Comincia a farsi (faticosamente) strada la consapevolezza che siamo sull’orlo di un precipizio. E cioè che gli esseri umani rischiano di essere i soli organismi viventi che stanno distruggendo le condizioni di sopravvivenza della propria specie sul pianeta Terra.
Con la formazione economico-sociale capitalistica la contraddizione fra uomo e natura è degenerata, nel tempo presente, nella forma di una vera e propria inconciliabilità.

Il delirio antropocentrico si è risolto nell’idea che l’uomo non è un “ente naturale”, ma si colloca al di sopra della natura e delle sue leggi.

L’uomo “crea” la natura e si rende artefice, demiurgo, di una manipolazione che rompe l’equilibrio dentro il quale ha potuto evolversi la specie umana, sino a mettere in forse l’esistenza delle generazioni future.

L’intrinseca follia della teoria e della pratica sviluppista, connaturata al modo di produzione capitalistico, consiste nell’idea malsana che la produzione di merci, il consumo in crescita esponenziale di materia e di territorio possano procedere linearmente, lungo un continuum senza fine.

Alla base vi è la convinzione che sia possibile continuare ad estrarre dal globo terraqueo più risorse di quante la terra e il mare possano reintegrare. Regna cioè l’assoluta ignoranza del fatto, elementare, del carattere finito del pianeta.

Argomenti da approfondire:

·      La critica del mito del Pil
·      la messa a mercato di tutto ciò che può assumere i caratteri della merce lungo un processo di privatizzazione integrale
·      il concetto di “bene comune inalienabile”
·      l’insostenibilità del capitalismo: la legge della “tendenziale caduta del saggio di profitto” (Karl Marx)
·      fenomenologia del riscaldamento globale (estrazione dei combustibili fossili, scioglimento di ghiacciai e calotte polari, desertificazione, inquinamento di aria, suolo, acqua, deforestazioni per allevamenti intensivi, pesca indiscriminata, riduzione della biodiversità, intossicazione dei mari)
·      Verso l’abisso: l’accordo di Partenariato Transatlantico (TTIP) e l’accordo di libero scambio fra Europa e Canada (CETA)
·      il documento di 14 pagine del 28 maggio del 2013 della grande banca mondiale intestata al suo fondatore, John Pierpont Morgan

Per un nuovo modello di sviluppo

·      il concetto di “decrescita felice” di Serge Latouche
·      cosa produrre e per chi
·      demilitarizzare: svuotare gli arsenali
·      definanziarizzare l’economia
·      coordinamento e indirizzo della mano pubblica VS onnipotenza dell’iniziativa privata
·      nazionalizzare gli asset fondamentali del paese
·      cancellazione dei trattati europei

Un grande piano per il lavoro ispirato ad una riconversione ecologica dell’economia

E' sempre più evidente lo stretto legame fra inquinamento e salute.
Studi ampiamente consolidati mettono sempre più in evidenza come il degrado ambientale interagisca con la compromissione della salute. L'inquinamento di aria, acqua e suolo indeboliscono il nostro sistema immunitario, aumentano il rischio di gravi forme tumorali, aumentano allergie e patologie legate all'apparato cardio-respiratorio. Anche le recenti ricerche sulle cause di diffusione del coronavirus in aree geografiche più soggette all'inquinamento atmosferico non fanno che confermare la necessità di azioni sempre più forti e stringenti a tutela dell'ambiente con altrettanto importanti scelte necessarie alla salvaguardia della salute.
Proposte
Servono 2000 mld di investimenti pubblici per:

·      messa a norma di tutti gli edifici pubblici nelle aree a rischio sismico
·      ripristino e bonifica dell’assetto idro-geologico in tutto il paese
·      radicale intervento di trasformazione e manutenzione dell’infrastrutturazione primaria del paese (acquedotti, acqua potabile, fognature, energia elettrica, rete ferroviaria)
·      stop alle trivellazioni in mare e piano di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili
·      drastica riduzione degli imballaggi (in particolare di quelli di plastica), diffusione a tappeto della raccolta differenziata porta-a-porta, riciclaggio dei rifiuti intesi come “materie seconde”
·      riorganizzazione dell’intero sistema dei trasporti pubblici

A Brescia

·      Il caso Caffaro come espressione di un più generale paradigma industrialista, refrattario ad ogni tutela dell’ambiente, che ha segnato per una fase storica lo sviluppo del territorio bresciano. E’ necessaria un’ampia caratterizzazione dell’intera area provinciale e un progetto di bonifica di ampio respiro. Nell’immediato le proposte più realistiche sono: a) bonifica delle aree più limitate (aree Vallosa, Pianera, Pianerino)dove risultano sversati quantitativi di peci al PCB; b) piantumazione intensiva delle aree urbane ed extraurbane dove risultano ancora forti concentrazioni di inquinanti con impiego di disoccupati e precari a carico dei fondi disponibili; c) Utilizzo degli immobili per un progetto di centro studi universitario sui rischi industriali e relativi disastri, raccogliendo fondi da Fondazioni bancarie e private e possibilmente dall'Europa.
·      Rifiuti speciali. La questione dello stoccaggio dei rifiuti speciali è oggi nelle mani di mafie e speculatori. La questione si deve affrontare impostando di concerto con le industrie le filiere di un'economia circolare. Oggi è già possibile giuridicamente autorizzare il trattamento dei rifiuti con il principio del " caso per caso". La verifica delle singole situazioni deve essere però assai rigorosa e bisognerà impostare un protocollo specifico con la Provincia.
·      L’inquinamento dell’aria è il risultato di un mix di fattori, fra i quali il traffico privato ha rilevanza primaria.  Occorre un censimento delle immissioni dei camini in provincia e una robusta riduzione del traffico. Occorre realizzare la metanizzazione di tutte le caldaie pubbliche (centrale di Lamarmora in primo luogo) e private. Occorre incentivare la diffusione delle caldaie a condensazione e l'isolamento termico degli edifici. Va affrontata con decisione la questione dell’inceneritore la cui terza linea deve essere chiusa quanto prima.
·      La battaglia tuttora aperta per la gestione pubblica dell’acqua. Proponiamo la formazione di un'Azienda speciale pubblica a livello provinciale eventualmente separata per zone, rimuovendo il servizio di A2A.
·      La parabola di A2A, l’ex-municipalizzata, da asset territoriale pubblico a player finanziario privato, impone una riflessione critica di fondo sulla progressiva liquidazione di ogni forma di intervento pubblico nell’economia, affidato i via esclusiva a logiche di mercato.
·      La raccolta differenziata dei rifiuti " porta a porta" deve essere accompagnata da una tariffazione puntuale. Bisogna ripristinare la bacinizzazione quantomeno a livello di Lombardia orientale (BS-CR-MN,) oppure provinciale.
·      Aree verdi. Bisogna realizzare finalmente la cintura verde intorno all'area urbana di Brescia. Bisogna regionalizzare il Parco delle Cave e ripristinare il collegamento col Parco delle Colline, pensando anche ad un collegamento con il parco del Monte Netto.

Allego la parte conclusiva di un interessante articolo di Guido Viale segnalato da Claudio Taccioli

(Occorre costruire, ndr)  innanzitutto in campo energetico, dei team pluridisciplinari – ingegneri, architetti, economisti, sociologhi – finanziati dai Comuni, singolarmente o in consorzio, reclutandone il personale tra neolaureati e neodiplomati da formare sotto la guida di esperti del ramo, per svolgere – senza oneri sia per i chi ne fa richiesta che per chi non la fa – check-up, progettazione di massima degli interventi, valutazione della loro convenienza economica, individuazione delle fonti di finanziamento e direzione dei lavori, da affidare poi a ditte convenzionate. Interventi analoghi possono essere messi in campo per rivoluzionare il sistema dei trasporti (condivisione dei mezzi e ridisegno di linee, cadenze, orari e mezzi del trasporto pubblico) e per costruire filiere di prossimità in campo agroalimentare. Un’iniziativa che può creare migliaia di posti di lavoro qualificati per giovani e innescare una autentica svolta nei principali ambiti interessati dalla conversione ecologica. Certo, con processi random, senza aspettare “il piano” del Green New Deal del governo, ma adoperandosi concretamente perché se ne faccia uno.