sabato 1 dicembre 2018

Scherzi dell’inconscio



Viola Carofalo e Giorgio Cremaschi bollano i compagni e le compagne di Rifondazione con il termine, che vuole essere dispregiativo, di “fuoriusciti”.
In realtà, come chiunque può constatare, le cose stanno esattamente all’opposto.
Ex Opg, Eurostop e Rete dei comunisti hanno stipulato fra loro un vero e proprio patto di sindacato – per usare una formula che le imprese usano per regolare la propria governance interna – al fine di cambiare la ragione sociale di Potere al Popolo, mutare in senso autoritario le regole di democrazia interna, liquidare il principio della decisione condivisa per sostituirlo con una pratica maggioritaria, intrinsecamente espulsiva.
In corsa hanno cambiato le regole del gioco, hanno cancellato il manifesto costitutivo originario di PaP, hanno preteso di approvare il nuovo statuto del movimento con poco più di un terzo dei voti degli associati, si sono apprestati a costituire un partitino settario, a struttura piramidale, nelle mani di un ristrettissimo gruppo di maggiorenti, i soli abilitati a tracciare la rotta, nella più solitaria autoreferenzialità. E hanno infine proclamato che chi non ci sta se ne deve andare, perché fuori da quel guscio c’è solo zavorra.
Tutti costoro, e Rifondazione in cima alla lista, indisponibili a subire il golpe, nei fatti cacciati dal consesso unitario dopo averne vampirizzato passione, risorse, lavoro, risultati, sono diventati i reprobi, i nemici da additare al pubblico ludibrio, i “fuoriusciti”, appunto.
Talvolta, però, l’uso di certi termini, si ritorce contro chi ne fa un uso troppo spregiudicato.
Definisce così, l’enciclopedia Treccani, il termine di fuoriusciti: “Oppositori di un regime che continuano in forma aperta o clandestina l’attività di opposizione e di lotta”.
Scherzi dell’inconscio.

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