lunedì 11 settembre 2017

Così li stiamo aiutando a casa loro





 Bisogna spiegarlo bene a tutti e a tutte, perché nessuno e nessuna in questo paese ripiegato su se stesso possano fingere di non avere sentito o di non avere capito: il governo italiano a guida Pd sta attivamente operando, con uomini e mezzi forniti alla Guardia costiera libica, per contenere l’esodo dei disperati dalle coste africane e per chiuderli dentro campi di concentramento, veri e propri lager gestiti da quelle stesse milizie che fino ad oggi hanno speculato e guadagnato sulla tratta umana dei viaggi della speranza e che ora si dedicano all’affare ancora più lucrativo di sfruttare quelle masse inermi di disperati senza terra e senza diritti.
Si legge in un rapporto di Medici senza frontiere consegnato in questi giorni all’Unione europea che sono 400.000 gli esseri umani nelle mani di trafficanti e milizie, fra quanti cercano di partire e quanti sono reclusi nelle centinaia di campi dove regna l’arbitrio più assoluto, dove si infligge sistematicamente ogni sorta di violenza, di umiliazione fisica e morale, dove lo stupro delle donne è pratica corrente.
Tutto ciò avviene con la piena complicità del governo di Tripoli, foraggiato con 46 milioni dal governo italiano che grazie a questo lavoro sporco svolto dalla Libia per conto nostro ora celebra con enfasi elettoralistica la diminuzione degli sbarchi in territorio italiano.
Si sta ripetendo, sotto la nostra diretta responsabilità, quanto avvenuto su ancora più larga scala con il patto infame con cui l’Unione europea ha consegnato ai lager turchi di Erdogan due milioni di siriani in fuga dalla
guerra in cambio di 6 miliardi di euro.
Così l’Italia, al pari di tutto il resto d’Europa, con quei trenta denari ha definitivamente liquidato i fondamentali principi su cui aveva costruito la propria rinascita dopo l’ecatombe della seconda guerra mondiale.
Di quell’Europa – e di quell’Italia - non resta più nulla.
Nelle stanze buie di Bruxelles e di Francoforte, dove si amministrano i riti del monetarismo selvaggio e si fondano le politiche liberiste, si sta attuando con ferocia la distruzione del welfare, delle pensioni, della sanità dell’intero sistema di protezione sociale, insieme al salasso dei salari, alla privatizzazione tutto ciò che può essere messo a mercato, all’usurpazione delle costituzioni nazionali ove si afferma, con una formula che ormai suona irrisione, che la sovranità appartiene al popolo.
Non deve sorprendere che dove gli affari dell’oligarchia dominante hanno preso il sopravvento e spazzato via qualsiasi idealità cooperativa e solidale si pratichi l’espropriazione dei più deboli, fuori e dentro i confini nazionali, fra i migranti e fra i nativi, contrapposti cinicamente gli uni agli altri.
Il capolavoro di costoro sta proprio nella narrazione, divenuta di senso comune, secondo cui la povertà da cui si è afflitti non viene dalla politica di saccheggio delle classi dominanti, che colpisce in tutte le direzioni, ma dall’esodo dei disperati dalle terre dove i cultori dello slogan “aiutiamoli a casa loro” hanno portato solo guerre e rapina.
Il nostro compito primario è quello di rendere chiaro tutto ciò che si vuole tenere nascosto, sbugiardare i fabbricanti di menzogne e di odio razziale, unire i poveri contro i ricchi in una lotta per il riscatto comune: su questa scommessa si gioca il futuro democratico dell’Italia.

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