Bisogna spiegarlo bene a
tutti e a tutte, perché nessuno e nessuna in questo paese ripiegato su se
stesso possano fingere di non avere sentito o di non avere capito: il governo
italiano a guida Pd sta attivamente operando, con uomini e mezzi forniti alla
Guardia costiera libica, per contenere l’esodo dei disperati dalle coste
africane e per chiuderli dentro campi di concentramento, veri e propri lager
gestiti da quelle stesse milizie che fino ad oggi hanno speculato e guadagnato sulla
tratta umana dei viaggi della speranza e che ora si dedicano all’affare ancora
più lucrativo di sfruttare quelle masse inermi di disperati senza terra e senza
diritti.
Si legge in un rapporto di Medici senza frontiere consegnato in
questi giorni all’Unione europea che sono 400.000 gli esseri umani nelle mani
di trafficanti e milizie, fra quanti cercano di partire e quanti sono reclusi
nelle centinaia di campi dove regna l’arbitrio più assoluto, dove si infligge
sistematicamente ogni sorta di violenza, di umiliazione fisica e morale, dove
lo stupro delle donne è pratica corrente.
Tutto ciò avviene con la
piena complicità del governo di Tripoli, foraggiato con 46 milioni dal governo
italiano che grazie a questo lavoro sporco svolto dalla Libia per conto nostro
ora celebra con enfasi elettoralistica la diminuzione degli sbarchi in
territorio italiano.
Si sta ripetendo, sotto la
nostra diretta responsabilità, quanto avvenuto su ancora più larga scala con il
patto infame con cui l’Unione europea ha consegnato ai lager turchi di Erdogan due
milioni di siriani in fuga dalla
guerra in cambio di 6
miliardi di euro.
Così l’Italia, al pari di
tutto il resto d’Europa, con quei trenta denari ha definitivamente liquidato i
fondamentali principi su cui aveva costruito la propria rinascita dopo
l’ecatombe della seconda guerra mondiale.
Di quell’Europa – e di quell’Italia
- non resta più nulla.
Nelle stanze buie di
Bruxelles e di Francoforte, dove si amministrano i riti del monetarismo
selvaggio e si fondano le politiche liberiste, si sta attuando con ferocia la
distruzione del welfare, delle pensioni, della sanità dell’intero sistema di
protezione sociale, insieme al salasso dei salari, alla privatizzazione tutto
ciò che può essere messo a mercato, all’usurpazione delle costituzioni
nazionali ove si afferma, con una formula che ormai suona irrisione, che la
sovranità appartiene al popolo.
Non deve sorprendere che dove
gli affari dell’oligarchia dominante hanno preso il sopravvento e spazzato via
qualsiasi idealità cooperativa e solidale si pratichi l’espropriazione dei più
deboli, fuori e dentro i confini nazionali, fra i migranti e fra i nativi, contrapposti
cinicamente gli uni agli altri.
Il capolavoro di costoro sta
proprio nella narrazione, divenuta di senso comune, secondo cui la povertà da
cui si è afflitti non viene dalla politica di saccheggio delle classi
dominanti, che colpisce in tutte le direzioni, ma dall’esodo dei disperati
dalle terre dove i cultori dello slogan “aiutiamoli a casa loro” hanno portato
solo guerre e rapina.
Il nostro compito primario è
quello di rendere chiaro tutto ciò che si vuole tenere nascosto, sbugiardare i
fabbricanti di menzogne e di odio razziale, unire i poveri contro i ricchi in
una lotta per il riscatto comune: su questa scommessa si gioca il futuro
democratico dell’Italia.
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