lunedì 3 ottobre 2016

Il governo Renzi attacca l’ultimo baluardo del welfare: la sanità

Nei giorni scorsi il governo ha approvato il tetto del debito pubblico, vale a dire il limite invalicabile entro il quale va contenuta la spesa pubblica in obbedienza alle regole imposte dall’Ue e dal vincolo del pareggio di bilancio sciaguratamente inserito nella Costituzione della Repubblica. Da lì si ricava che lo stanziamento per la tutela della salute continuerà a diminuire. L’esito di questa politica è l’abbandono sociale di chi per curarsi deve pagare sempre di più le prestazioni sanitarie ambulatoriali e le medicine. Chi può pagare passa al privato, che fa profitti e ingrassa sulle macerie del servizio pubblico. Chi non se lo può permettere soccombe: aumentano le malattie e cresce la mortalità fra le fasce deboli della popolazione. Per la prima volta nella storia della repubblica l’attesa di vita diminuisce. Quello attuale è quindi il governo più pericoloso di quanti ne abbiamo avuti negli ultimi 50 anni. E’ questo che fa di Renzi il più fedele interprete del liberismo moderno: i bisogni, anche quelli essenziali, inscritti nella tavola dei diritti sociali di cittadinanza, che la Costituzione definisce come irrinunciabili, sono derubricati a merci che si acquistano sul mercato. La sola domanda che viene soddisfatta è la domanda solvibile, cioè pagante. Per risolvere il divario fra risorse economiche e popolazione Malthus proponeva di tagliare le nascite; per risolvere lo stesso problema Renzi taglia il diritto primario alla salute. Renzi e quelli come lui non capiscono che distruggendo il più importante fattore di ricchezza di un paese, vale a dire la salute individuale e collettiva dei suoi cittadini, si ottiene un paese impoverito perché malato. Quello che Renzi e la cultura di cui è espressione non possono capire è che il welfare non è un costo, ma un investimento, che la prevenzione produce anche risparmi di spesa perché curare costa molto di più che prevenire. I sistemi che curano e basta e che impongono costose assicurazioni sono condannati nel tempo a vedere crescere la spesa, hanno una natura incrementale e fatalmente si scontrano con i problemi di sostenibilità. Come dimostra la situazione negli Usa, dove 50 milioni di persone sono senza assistenza sanitaria, mentre la spesa aumenta. La Strada da percorrere è opposta: produrre salute come ricchezza individuale e sociale. Ma questo governo non sa e non vuole farlo.

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