Più si avvicina la scadenza del voto e più crescono l’angoscia e
l’accanimento protervo con cui il Pd e i peggiori cortigiani di Renzi tentano
di truccare i termini della contesa. Nell’impresa di contraffazione della
verità si avvalgono di un dispiegamento mediatico che non ha precedenti: via
etere e tramite carta stampata assistiamo ad un bombardamento ossessivo che
oscura le ragioni del “No” o le rappresenta in modo caricaturale, mentre esalta
con martellante ripetitività quelle del “Sì”: Renzi è dappertutto, esce ormai
anche dal buco dei lavandini. Il monopolio comunicativo, l’occupazione ossessiva
dello spazio pubblico dà un’idea di ciò che potrà accadere se l’esito del
referendum consegnerà a Renzi l’esorbitante potere che egli rivendica. A ben
vedere, proprio l’arroganza messa in mostra rivela più di ogni altra cosa le
intenzioni sue e del blocco di potere che gli è avvinto.
Costoro hanno travolto tutto, persino la Carta dei valori del Pd del
2008 dove si trova scritto, letteralmente, questo: “La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella
stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza
del momento, e resta la fonte di legittimazione di limitazione di tutti i
poteri. Il Partito democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia
della Costituzione e a difenderne la stabilità, a mettere fine alla stagione
delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo
le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale”.
C’è da non credere ai propri occhi! Ora costoro stanno facendo l’esatto opposto.
E a farsene protagonista è proprio il governo, che per definizione dovrebbe
astenersi da ogni intervento sulla Costituzione.
Provate a immaginare, di fronte ad un simile precedente, cosa accadrebbe
se ogni governo, ogni coalizione che conquistasse il potere dovesse sentirsi in
diritto di cambiare radicalmente la Legge fondamentale, alterandone principi e cambiando
la forma dello Stato, a proprio piacimento. Sarebbe la stessa idea di
Costituzione ad essere distrutta. Si annienterebbe ogni forma di coesione
sociale, si preparerebbe uno stato di guerra civile permanente dalle
conseguenze drammatiche.
Il crinale oggi è proprio questo.
Siamo di fronte ad un bivio: o si sta con i “deformatori” e si cancella
la Costituzione nata dalla sconfitta del fascismo, oppure si batte questo
disegno reazionario e si rilancia la lotta per la piena applicazione della
Costituzione, dei principi di giustizia, libertà ed uguaglianza che ne
costituiscono il cuore, ma che negli ultimi trent’anni sono stati via via
calpestati.
Guardate da che parte sono schierate le associazioni imprenditoriali
(tutte), le banche, i grandi attori della speculazione, i poteri europei
protagonisti delle politiche di austerità che hanno impoverito i popoli, defraudandoli
di ogni sovranità e capirete quali sono gli interessi in gioco in questa
partita.
Il 4 dicembre possiamo, dobbiamo fermarli.
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