mercoledì 2 novembre 2016

Goro, Ferrara, Italia


Vogliamo dire due parole a quella parte degli abitanti dei comuni di Goro e di Gorino (in provincia di Ferrara) che si è resa responsabile della ripugnante cacciata di dodici donne e dei loro bambini, giunti nel nostro paese dopo un’odissea vissuta per terra e per mare.
Persone disperate che avrebbero dovuto essere ospitate in un ostello e che invece hanno subito il vigliacco ostracismo di quegli “onesti cittadini” i quali non hanno esitato ad elevare barricate per sbarrare la strada al pullman che trasportava i profughi per poi festeggiare e brindare al successo della loro nobile impresa.
C’è di straordinario che coloro a cui voi “onesti cittadini” avete negato la più elementare accoglienza, coloro a cui avete detto “di voi non ci frega un cazzo” non vi portano rancore, esprimono solo meraviglia.
“Ci siamo rimaste male quando abbiamo capito che la popolazione non ci voleva, forse perché non conosce le nostre storie”, hanno detto Belinda, Joi e Faith.
Noi, invece, in quanto vostri concittadini, noi che vi conosciamo bene, vogliamo rivolgere un semplice augurio a voi “timorati di Dio”, a voi che avete usato la prepotenza e il pugno di ferro per distruggere, insieme al brandello di speranza che tiene ancora in vita quelle sfortunate persone, anche l’ultimo briciolo di umanità che avrebbe dovuto vietarvi un comportamento così abietto.
L’augurio che vi rivolgiamo è di rinascere un giorno nelle medesime condizioni di coloro di cui vi siete fatti persecutori, di sentire cosa si prova a vivere sotto le bombe, a subire le più atroci torture, ad essere depredati di ogni avere, a subire le stesse inaudite violenze, a vedere le proprie donne violentate, i propri figli scaraventati dai barconi annegare fra i flutti. E infine, una volta giunti senza nulla più avere sulle sponde di un paese che si crede civile, vi auguriamo di incontrare l’accoglienza che voi avete loro riservato.
Tutto questo auguriamo di cuore a voi e a tutti coloro che in ogni parte d’Italia avrebbero seguito o già stanno seguendo il vostro squallido esempio. Perché è solo vivere sulla propria carne quell’esperienza che vi può insegnare qualcosa e restituirvi la dignità umana che avete perduto.
Leggiamo anche che il presidente del consiglio, Matteo Renzi, avrebbe detto che quella di Goro “è una vicenda molto difficile da giudicare”, perché “da un lato c’è comprensione, anche se non condivisione, nei confronti di una popolazione molto stanca e preoccupata, e dall’altra 11 donne e 8 bambini”.
Eccolo qui, l’ipocrita al lavoro. “Da una parte, dall’altra”, dice. I piatti della bilancia sono in equilibrio, dunque come si può giudicare. E se non si può giudicare, come prendere posizione? E soprattutto, come agire?
Avrebbe potuto evitare, almeno per una volta, di fronte ad una vicenda così grave, di lisciare il pelo agli istinti che trasudano un così spietato egoismo. Ma Renzi ha preferito non inimicarsi coloro che, a differenza dei profughi, a votare ci vanno. E si sa dove batte il suo cuore.

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