lunedì 13 febbraio 2017

Una buona notizia: Podemos svolta a sinistra!




I militanti di Podemos riuniti a congresso hanno alla fine deciso e lo hanno fatto in modo netto, rompendo ogni ambiguità, tanto sulla linea politica quanto sulle alleanze.
La lista di Pablo Iglesias ha ottenuto 37 consiglieri su 62, quella di Inigo Errejón 23, mentre due sono andati alla terza lista, quella degli anticapitalisti di Miguel Urbán.
Come è noto, Errejón si opponeva alla conferma dell’alleanza con Izquierda Unida e spingeva per un patto di governo con il Psoe, proposta che aveva avanzato dopo le elezioni del 20 dicembre 2015, quando il segretario socialista era Pedro Sánchez.
La divaricazione si era fatta via via molto netta e chiamava in causa le scelte di fondo del movimento secondo un copione che si propone, nella sua sostanza politica, in tutta Europa, in Germania come in Francia, come in Italia.
Il tema, che è di fronte a tutta la sinistra europea, è se creare uno schieramento di forze, una soggettività politica unitaria e plurale radicalmente e irriducibilmente contraria alle politiche di austerità promosse dall’oligarchia capitalistica europea e ai governi nazionali in cui essa si incarna, oppure se ridurre drasticamente le proprie aspettative e scendere a compromessi con i pezzi moderati dell’establishment, del tutto interni alla cultura liberista e alle classi dominanti.
E’ interessante che l’alleanza di sinistra che esce consolidata dall’esito congressuale abbia definitivamente cancellato ogni pretesa di annullare dentro Podemos (già formata da forze diverse, come Anticapitalistas) ogni diversa soggettività. L’alleanza con Izquierda Unida, di cui un tempo si chiedeva lo scioglimento e l’assorbimento nelle file del movimento, non è più in discussione, segno di una maturità politica e di una propensione pluralistica che fanno bene sperare.
Podemos ha deciso con sufficiente nettezza: tutti e quattro i documenti del programma proposto da Iglesias sono stati approvati dal congresso: quello politico, quello organizzativo, quello etico e quello sull’uguaglianza di genere.
Vedremo ora se, dopo avere tagliato il nodo gordiano, il movimento sarà in grado di superare anche le asprezze del confronto interno per recuperare l’unità necessaria a rilanciare il proprio progetto politico, tanto in chiave nazionale quanto in chiave europea.
Vedremo cioè se dopo le oscillazioni di questo ultimo anno il movimento nato dalla contestazione degli Indignados avrà la capacità e la forza di portare sino alle estreme conseguenze la contestazione dell’ordoliberismo europeo, sino a mettere in discussione l’adesione ai trattati costitutivi dell’Unione e i vincoli dell’architettura monetarista che ne sono l’apparato strumentale, per rivendicare con coerenza la piena sovranità del popolo spagnolo.
Solo allora la dura sconfitta subita in Grecia sarà stata metabolizzata e, insieme ad essa, lo shock per l’epilogo drammatico che ha portato all’implosione di Syriza, indotta ad una umiliante capitolazione sotto il ricatto della troika. Se quella lezione porterà davvero i suoi frutti, il contributo di Podemos sarà stato decisivo per la costruzione di una sinistra europea finalmente autorevole, forte di una linea politica capace di offrire ai popoli del continente una vera alternativa, sottratta all’incubo di una deriva di destra.

Nessun commento:

Posta un commento