Non sarà facile vincere la
battaglia. Non sarà facile combattere la cupa rassegnazione che ha inghiottito
tanti e tante che non credono più nella possibilità di cambiare le cose, di
invertire la deriva della propria vita, di costruire un futuro dignitoso per sé
e per i propri figli, di poter immaginare che gli esseri umani associati,
riuniti in libere e democratiche istituzioni possano diventare padroni del loro
comune destino, sottraendolo allo sfruttamento, alla sopraffazione dei più
forti, alla delirante pretesa del capitale di asservire l’umanità al profitto
di pochi.
Noi, invece, non cediamo al
pessimismo, malgrado gli avversari, i “padroni universali”, sembrino dotati di
una forza soverchiante. E coltiviamo la speranza che, come ci ricordava il
grande Pablo Neruda, “ha due bellissime figlie: lo sdegno e il coraggio. Lo
sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle”.
Fra due mesi si andrà a
votare per le elezioni politiche.
Noi, da comunisti, sappiamo
bene che nelle elezioni non si riassume tutta la vita politica.
La politica reale vive, quotidianamente,
nelle lotte, nel conflitto sociale, nella tessitura di reti solidali. E la
ribellione si riaccende, sempre, anche dopo le più severe sconfitte, perché
nessuno è mai riuscito “a mettere le brache al mondo”.
Oggi, certo, è più difficile,
perché la sinistra è uscita tramortita da sconfitte epocali, una parte di essa
si è disintegrata, un’altra ha rinnegato la propria storia saltando dall’altra
parte della barricata e perdendo se stessa, mentre il movimento operaio, un
tempo non lontanissimo protagonista di straordinarie battaglie di emancipazione
e di riscatto collettivo, è rinculato dentro recinti sempre più ristretti,
privo di bussola e di timonieri all’altezza del compito.
Ma c’è qualcosa di nuovo
sotto il plumbeo cielo d’Italia. E’ nato, per iniziativa di un gruppo di
ragazzi e di ragazze, un movimento nuovo, giovane eppure incredibilmente
maturo. Un movimento che in poco tempo è stato capace di unire pezzi della
sinistra che ancora si può fregiare di questo nome e di mettere a fattor comune
un programma politico convincente, incardinato sui principi e sui valori della
Costituzione antifascista, forte di un’idea di società che salda libertà ed
uguaglianza, indisponibile a ripiegare nel tran tran del politicantismo
corrotto ed impotente, intenzionato a rovesciare l’ordine di cose presente.
Questo movimento ha dato vita
ad una coalizione che si presenterà alle elezioni sfidando l’insignificanza dei
mezzi a disposizione, l’oscuramento dei media, contando sulle sole energie che
emanano dalla passione militante e dal disinteresse personale.
E’ un movimento che parla a
chi da tempo immemorabile non ha più rappresentanza, dunque alla maggioranza
della popolazione, ed ora vuole fare da sé, rinunciando a mentori e sacerdoti.
Si è denominato “Potere al
Popolo”, perché al popolo appartiene la sovranità, come recita l’articolo 1
della Costituzione.
Come prima di morire scrisse
Enrico Berlinguer: “Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo
del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un
vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.
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