Ci risiamo!
Per Mdp nonché articolo 1
l’astinenza da Pd si rifà sentire.
Ed ecco il colonnello Roberto
Speranza e il generale Pier Luigi Bersani tornare a prosternarsi davanti a
Renzi.
Pensavate davvero che le
posizioni del partitino dei transfughi contenessero una riflessione autocritica
e irreversibile sulla drammatica stagione politica in cui il Pd, tutto unito, si
adoperava per fare a pezzi la Costituzione nei suoi tratti socialmente più
rilevanti?
Eccovi serviti!
Speranza riapre ora alla
necessità di ricucire lo strappo, perché di fronte alla destra ovunque
fortissima “non si può fare finta di niente” e si deve perciò verificare “se è
possibile riannodare il filo che si è spezzato col Pd” in quanto solo un
“centrosinistra unito” può vincere.
La strategia dell’inciucio
che fino a ieri aveva avuto per primattore Giuliano Pisapia è stata riafferrata
da coloro che furono i convinti sostenitori del governo bipartisan di Monti.
Ebbene, confessiamo di essere
nauseati da questa insopportabile manfrina che si consuma sulle sorti del paese
e dedichiamo all’Mdp le parole che nel celebre “Che fare” Lenin rivolse contro
l’opportunismo politico bernsteiniano che contagiava parte della socialdemocrazia
russa.
“Piccolo gruppo compatto – scriveva Lenin - noi camminiamo per una strada ripida e difficile tenendoci con forza
per mano.
Siamo da ogni parte circondati da
nemici e dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco.
Ci siamo uniti, in virtù di una
decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non
sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci
hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della
lotta alla via della conciliazione.
Ed ecco che taluni dei nostri si
mettono a gridare: "Andiamo nel pantano!".
E, se si incomincia a confonderli,
ribattono: "Che gente arretrata siete! Non vi vergognate di negarci la
libertà d’invitarvi a seguire una via migliore?".
Oh, sí, signori, voi siete liberi non
soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete, anche nel pantano;
del resto pensiamo che il vostro posto è proprio nel pantano e siamo pronti a
darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri penati.
Ma lasciate la nostra mano, non
aggrappatevi a noi e non insozzate la nostra grande parola della libertà,
perché anche noi siamo "liberi" di andare dove vogliamo, liberi di
combattere non solo contro il pantano, ma anche contro coloro che si
incamminano verso di esso”.
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